Il cortile dei marmi e i caminetti scolpiti
Durante gli anni ’80 dell’Ottocento sono giunte in museo dal circondario, tramite acquisti e donazioni, molte sculture di pietra. Il cortile dei marmi rappresenta un museo a cielo aperto di concezione ottocentesca. Sono raccolti vari frammenti di opere scultoree murati su tre pareti a formare un catalogo della scultura ossolana in pietra. Esemplari degli smembramenti e delle dispersioni dell’Ottocento sono due formelle a rilievo raffiguranti un Angelo porta cero e un Chierico con reliquiario. I pezzi facevano certamente parte di un complesso decorativo più ampio (forse un sepolcro), databile al XIV secolo.
Sono esposti alcuni pezzi attribuiti al cosiddetto Maestro di Crevola, un anonimo scultore forse da identificare in Antonio Arrigoni, cui sono state ricondotte varie sculture. Una di queste è il fronte di un tabernacolo (acquisto del 1908), privo della porticina, proveniente dalla distrutta chiesa di Caddo. Tra le sculture vi sono anche vari blasoni nobiliari. All’interno del palazzo quasi tutte le sale sono dotate di caminetti in marmo o pietra, indispensabili per scaldare gli ambienti; si tratta di opere diversamente allestite e di varie epoche, ma tutte dotate di splendide decorazioni litiche con intento celebrativo.
La collezione di mineralogia e geologia
La collezione conta più di mille campioni. Un primo nucleo venne donato alla Fondazione a fine Ottocento da Giulio Bazzetta. Fu poi integrata con le donazioni di più di 80 collezionisti e appassionati locali.
Vi sono campioni raccolti nella Val d’Ossola, zona caratterizzata da grande varietà geologica, quindi ricca di cave e miniere. Non mancano esemplari provenienti da varie località del Piemonte, da altre regioni italiane e da svariate parti del mondo. Tra i donatori si ricorda “G. Spezia”, l’inventore del metodo per la produzione del quarzo sintetico.