Armi da fuoco e tamburo
A Palazzo Silva “si trovano, inoltre, vari esemplari di armi da fuoco, le quali per varietà e caratteristiche coprono un arco temporale” che va dalla fine del XVI al XX secolo, e rappresentano un repertorio, abbastanza completo, di esemplari diffusi in Europa in ambito civile e militare. Tra i pezzi più interessanti si segnalano uno schioppetto, un archibugio a focile di area tedesca e diversi fucili militari. Nella raccolta si conservano anche armi militari convertite a uso da caccia, accorciate o trasformate a percussione; si trovano, inoltre, diversi fucili militari a percussione della metà del XIX secolo. Non mancano le armi da caccia e di precisione con la canna rigata. Tra le armi più recenti troviamo modelli convertiti dalla percussione alla retrocarica e fucili (sempre a retrocarica) di vario modello. Un modesto gruppo di armi esotiche arrivò in collezione durante il periodo coloniale. Da segnalare infine un piccolo, ma prezioso nucleo di fiasche e fiaschette in diversi materiali per contenere la polvere da sparo, oltre a una serie di meccanismi da moschetto, archibugio e fucile.
Un tamburo militare del reggimento sabaudo “Tarantaise”
Tra i cimeli della collezione si trova un raro tamburo donato alla fine del XIX secolo. In seguito a una prima analisi è stato possibile identificarlo quale uno dei tamburi militari entrati in uso nei reggimenti sabaudi a partire dal regno di Carlo Emanuele III e databile attorno al terzo quarto del XVIII secolo. Lo strumento è realizzato in legno; fortuitamente si sono conservate la pelle originale, con i suoi tiranti in corda, e le bacchette per suonarlo.