Armi bianche spade
All’interno della collezione museale è presente un gran numero di spade databili dal XVI al XIX sec. Una delle più antiche è di manifattura veneta della prima metà del XVII sec. della tipologia schiavona. Il nome deriva dai suoi utilizzatori, gli schiavoni o slavi, così erano chiamati in Veneto gli abitanti della Dalmazia. Grazie all’elevata protezione offerta dal suo fornimento (ovvero tutto ciò che guarnisce una lama), tale spada si dimostrò particolarmente efficiente in battaglia.
La sciabola persiana, definita shamshir, di fine XVIII secolo, si sviluppò in Persia sul modello della sciabola kilij turca, dalla quale si differenzia principalmente per la forma della lama. La shamshir ha un andamento curvilineo regolare della lama, mentre l’altra curva nettamente al medio; le lame si distinguono, inoltre, per il peso e per le dimensioni maggiori del kilij. Un esempio di shamshir è in esposizione a Palazzo Silva.
La spada di Toledo è della metà del XIX sec. Sebbene la fama della produzione di spade toledane sia celebre tutt’oggi, questa rischiò di scomparire nel corso della storia.
Un pregevole spadino da ufficiale che, come ci testimonia la stessa arma, fu donata da Antoine d’Orléans duca di Montpensier e Galliera, ultimo figlio del re di Francia Luigi Filippo I, deposto a seguito della rivoluzione del 1848.