Traforo del Sempione
Io non potrò parlarvi che di lotte ad oltranza e di cruente battaglie quotidiane combattute dall’Uomo contro la Natura, vale a dire, di continui pericoli, di improbe fatiche da lui sostenute, di piani e meccanismi ingegnosi lungamente studiati e messi in opera dall’acume dell’uomo per raggiungere la nobile meta prefissa di aprire nel seno delle Alpi una nuova via alla civiltà e al progresso.
Nulla meglio di queste parole tratte da Il Traforo del Sempione di Alessandro Malladra del 1905 esemplifica la grandiosità di una delle maggiori opere di ingegneria ferroviaria mai compiuta.
Una galleria di quasi 20 km che collega la Svizzera all’Italia da Briga ad Iselle. Questo è il Traforo del Sempione, inaugurato da Re Vittorio Emanuele III e dal presidente elvetico Ludwig Forrer il 19 maggio 1906.
I lavori ebbero inizio nel 1898 e terminarono nel 1905. Alla realizzazione del Traforo del Sempione parteciparono circa 3000 minatori. Un centinaio di lavoratori perse la vita a causa dell’estenuante ritmo di lavoro e dell’estremo calore (la temperatura poteva raggiungere anche 55°C).
L’imponente opera presentò notevoli problemi nel corso dei lavori, a partire dalle caratteristiche delle rocce (troppo friabili o troppo dure da perforare) e alla presenza di numerose sorgenti d’acqua.
Il Museo Civico di Palazzo San Francesco espone i campioni di rocce raccolti durante i lavori di escavazione e donati alla città di Domodossola dalla Compagnia Jura-Simplon, la società che ha realizzato il Traforo del Sempione.
Sempre al primo piano di Palazzo San Francesco si trova il plastico del Sempione, sul quale è visibile anche il tragitto compiuto da Geo Chavez, primo uomo a trasvolare le Alpi, a bordo del suo “Bleriot X” il 23 settembre 1910.
Nella grande teca collocata in via Antonio Rosmini è esposta la diligenza e la slitta del Sempione e parti del velivolo usato per la prima trasvolata delle Alpi.
